Guardiaregia, nel cuore della natura molisana

Guardiaregia, nel cuore della natura molisana

Quando si parla di Guardiaregia la prima cosa che viene in mente è la riserva Oasi del WWF di Guardiaregia-Campochiaro.

Fa necessariamente rima con Natura, dunque, ma anche il borgo ha delle peculiarità per cui vale davvero la pena visitare questo angolo del Molise.

Si tratta di un borgo medievale situato su uno sperone di roccia che offre panorami incantevoli, ammirabili soprattutto dalla parte alta del paese.

Se vi trovate in cima a Guardiaregia è facile scorgere il fiume Quirino e le sue gole o la spettacolare cascata di San Nicola o, ancora, le grotte di stalattiti. Un vero paradiso per gli appassionati di torrentismo.

Tra i monumenti che vale la pena di visitare ci sono senza dubbio la chiesa di San Nicola, che si trova nella piazza principale del paese e la chiesa di Santa Maria di Nives, una deliziosa cappella circondata da un piccolo giardino.

A fare gli onori di casa qui, ci sono gli abitanti del posto, circa 750 in tutto, che con la loro proverbiale ospitalità, contribuiscono a lasciare un ricordo indelebile per chi visita questi luoghi.

È molto facile passeggiare per il paese e lasciarsi ammaliare dall’inebriante profumo di piatti tipici.

Quello che è difficile fare è sottrarsi alla gentilezza degli ospiti che non accettano un no come risposta quando offrono tutto quello che di buono portano in tavola.

Amano raccontare di questi luoghi magnifici, delle loro tradizioni e delle loro abilità. Una su tutte, quella di lavorare l’argilla.

Non a caso Guardiaregia è conosciuto anche come il paese dei pignatari.

La leggenda dei tre frati

Come abbiamo detto, questa zona del Molise è famosa soprattutto per l’Oasi del WWF di Guardiaregia-Campochiaro che con i suoi alberi secolari, la variopinta flora e la meravigliosa fauna fa di questo posto una tappa imperdibile del tour molisano.

Una su tutte, il Colle dei Tre Fratelli. Altro non sono che tre imponenti faggi, che svettano ai piedi della sorgente Acquafredda.

Ad essi è legata una misteriosa leggenda. Si narra infatti di tre fratelli che per furto di bestiame furono impiccati agli alberi questa località.

Oggi, questi arbusti, situati ai piedi del Monte Mutria, sono un po’ il simbolo dell’Oasi WWF.

Il sentiero del Cervo

Così come lo è il sentiero del Cervo, un’area faunistica dell’Oasi dove è possibile ammirare gli ungulati in tutto il loro splendore.

Nove ettari di bosco, con percorsi perfettamente tracciati, completamente dedicati a loro, in cui vivono spensierati, senza sottrarsi agli occhi dei turisti che vogliono conoscerli più da vicino mentre vivono la loro vita quotidiana in libertà.

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