Castelpetroso, borgo sospeso tra storia e fede

Castelpetroso, borgo sospeso tra storia e fede

In epoca medievale, il borgo antico di Castelpetroso era sormontato da un castello d’impianto normanno edificato dai longobardi.

Oggi dell’antica fortezza rimangono solo alcuni ambienti, che conservano la forma quadrata di quello che un tempo doveva essere il mastio.

La struttura ospita, attualmente, il “Museo delle Civiltà contadina” e un interessante presepe artistico in stile cinquecentesco. I personaggi vestono i costumi tradizionali dei paesi pentri, mentre gli edifici e i paesaggi sono quelli tipici molisani.

Il nucleo originario del centro storico, oggi abitato solo da pochi residenti, mantiene ancora intatto l’aspetto che aveva allora.

Gli stretti vicoli in pietra portano alla piazza principale, sulla quale spicca la bella Chiesa di San Martino. Un edificio caratterizzato da un portale trecentesco ben conservato.

Dal belvedere del castello si può ammirare uno spettacolare panorama che spazia a 360 gradi tra montagne e vallate.

Il Santuario e le apparizioni della Vergine

Ma ciò per cui Castelpetroso è ben conosciuta al di fuori del Molise è senz’altro la Basilica di Maria Santissima Addolorata, con la storia delle apparizioni che ha portato alla sua realizzazione.

Tutto ha inizio il 22 marzo del 1888, quando le contadine Serafina a Viviana – detta Bibiana, si allontanano dal pascolo per seguire una pecora che si è smarrita.

Attratta da un bagliore in una grotta, Bibiana ha una visione della Madonna inginocchiata davanti al corpo del Cristo moro, con lo sguardo rivolto al cielo, le braccia aperte ed il cuore trafitto da sette spade.

Il giorno di Pasqua, l’apparizione si ripete e questa volta anche Serafina vede la Vergine.

La voce si sparge e sul posto iniziano ad arrivare i pellegrini, cosa che spinge il vescovo Bojano, Francesco Macarone Palmieri, ad avviare un’indagine.

A settembre, durante un sopralluogo richiesto da papa Leone XIII, anche a monsignor Palmieri appare la Madonna.

In seguito, accanto alla grotta si forma una sorgente. L’acqua che vi scaturisce guarisce dalla tubercolosi ossea, all’epoca incurabile, il figlio del direttore della rivista mariana Il Servo di Maria, Carlo Acquaderni.

Una basilica che sembra un castello incantato

La miracolosa guarigione del figlio spinge l’Acquaderni ad avviare, insieme al vescovo Palmieri, una raccolta fondi per la costruzione di un Santuario.

La posa della prima pietra avviene il 28 settembre del 1890. Il progetto viene affidato all’architetto bolognese Gualandi, tra i massimi esponenti del Neogotico italiano.

Ed è proprio in questo stile che viene realizzata la basilica, i cui esterni vengono realizzati in pietra locale dai fratelli Chiocco di Oratino e dai fratelli Pasquini di Pietrasanta.

Sui tre portali spiccano tre mosaici che ripercorrono l’annunciazione, la crocifissione di Cristo e l’incoronazione di Maria e Gesù. Opere eseguite dalla ditta Bracci di Pietrasanta.

La pianta del santuario ha forma radiale, con le cappelle disposte a simboleggiare un cuore trafitto da sette spade.

Il soffitto della cupola centrale, alta 56 metri, è decorato da mosaici raffiguranti i Santi più venerati in Molise, i profeti e gli evangelisti.

Ma ciò che più di ogni altra cosa colpisce, del Santuario, è senz’altro la magnifica facciata. Le ricche guglie affusolate, le torri campanarie, la cupola che si staglia tra i ricami di marmo: se poi è inverno e c’è la neve lo spettacolo diventa indimenticabile.

Escursione su Monte Patalecchia alla scoperta della Via Matris

La Basilica minore dell’Addolorata è stata realizzata più a valle rispetto al luogo delle apparizioni. La grotta originaria non esiste più, ma al suo posto è stata collocata una stele.

Poco distante ci sono la fontana da cui sgorga l’acqua della sorgente prodigiosa e una piccola cappella in pietra.

Per raggiungere questo punto è possibile concedersi una piacevole escursione tra i boschi di Monte Patalecchia.

Si tratta della Via Matris, un sentiero di 750 metri – aperto al pubblico nel 1947 – che dalla Basilica conduce alla stele delle apparizioni.

Lungo il percorso sono posizionate delle nicchie che contengono le edicole in rame raffiguranti i sette dolori vissuti dalla Vergine Maria.

Accanto alle edicole sono presenti dei bellissimi gruppi scultorei in bronzo, eseguiti negli anni Novanta dall’artista Alessandro Caetani.

Un intimo percorso di fede

La Via Matris è concepita con l’intento di accompagnare il pellegrino verso il luogo sacro in cui apparve la Madonna con un animo rinnovato nella fede.

Le sette tappe rappresentano la “Presentazione di Gesù al Tempio”, la “Fuga in Egitto”, lo “Smarrimento di Gesù”, “L’incontro tra Maria e Gesù sulla via del Calvario”, “La Crocifissione di Cristo”, la “Deposizione del Cristo morto tra le braccia di Maria”, e la “deposizione del Cristo Morto nel sepolcro”.

A queste rappresentazione si aggiunge la riproduzione della scena dell’apparizione così come riferita da Bibiana e Serafina. L’opera bronzea è realizzata Urbano Buratti, che nel 1975 raffigura la Vergine, e da Alex Kostner, che nel 2002 esegue le veggenti le pecorelle.

Allo stesso modo, al limite del piazzale adibito a parcheggio sono posizionati gli arcangeli Gabriele e Michele. La loro funzione è di predisporre i fedeli a un intimo raccoglimento.

Photo credits: Tommaso Labella

×

Ciao!

Chatta con noi su WhatsApp o inviaci una mail a
info@molisensi.com

× Possiamo aiutarti?