Sant’Agapito, escursioni nella natura selvaggia
Gli amanti delle escursioni lungo i corsi d’acqua non possono non visitare Sant’Agapito. Il comune alle porte di Isernia, infatti, vanta una delle più belle aree naturalistiche fluviali dell’intera regione.
Certo, in Molise i luoghi in cui poter ammirare torrenti e cascate abbondano, ma il borgo alle porte del Matese ha senz’altro una marcia in più.
Tra l’altro, oltre all’acquatrekking, è possibile dedicarsi alle passeggiate a cavallo o anche in bicicletta.
Dopo essersi immersi nelle bellezze naturali del luogo, inoltre, sarà piacevole dedicarsi alla scoperta del paese. Dalle bellezze del centro storico alle sue tradizioni, che ancora si tramandano di generazione in generazione.
Come quella del tombolo, tipico merletto traforato che si realizza – come quello più noto di Isernia – lavorando il filo con dei fusi di legno.
In estate, poi, sarà difficile non lasciarsi coinvolgere dal clima di allegra convivialità che regna durate le numerose feste stagionali.
Il Palazzo ducale e l’enigma della fontana
L’abitato di Sant’Agapito è completamente immerso nel verde dei boschi che rivestono le colline circostanti.
Per questo risalta ancora di più il contrasto con la pietra di cui sono fatte le case e i palazzi del borgo storico.
L’intero nucleo antico regala scorci interessanti, ma il punto ideale da cui partire per ammirare vicoli e monumenti è il Belvedere di Piazza Marconi.
Da questo terrazzamento, che ospita il monumento ai caduti, è possibile far correre lo sguardo su un magnifico panorama. La vista si apre a ventaglio sulla valle del fiume Lorda e sui monti che la sovrastano.
Tra i punti d’attrazione c’è il Palazzo Ducale, che deriva dalle ristrutturazioni subite dal preesistente castello medievale.
Oggi dell’antica struttura difensiva resta solo la torre circolare, che ospita l’orologio. Il fossato, invece, in seguito agli interventi di riempimento è diventato l’attuale piazza Marconi. Adiacente al Palazzo resiste ancora una delle
porte d’accesso, che si inserisce nelle vecchie mura di cinta.
Altrettanto caratteristico è il Cortile Bucci: un piccolo slargo nelle vicinanze della chiesa madre che ospita un’interessante fontana del XVII secolo.
Il blocco di pietra da cui zampilla l’acqua presenta un bassorilievo con mascherone, probabilmente raffigurante il dio Bacco.
Resta ancora oggi un enigma l’incisione che vi si può leggere. Le parole impresse sul marmo recitano la frase “PENV. OIVZ BORV NOT.S IO. GVL CIMORELLI”. Il significato esatto del testo, però, non è stato mai decifrato.
Dal Cortile Bucci vale la pena spostarsi verso la chiesa di San Nicola di Bari, che ha un bel campanile interamente realizzato in pietra.
Al suo interno spicca l’altare maggiore, realizzato con un intarsio di marmi policromi, che si fa risalire al 1821.
Il fiume lorda: escursioni alla scoperta di cascate, pozze cristalline e antichi mulini
Ai piedi di Sant’Agapito si estende l’Area Naturale del Torrente Lorda. Il corso d’acqua, che è presente in tutte le stagioni dell’anno, può vantare caratteristiche specifiche che lo rendono unico.
Il fiume, particolarmente cristallino, scorre per alcuni tratti attraverso pareti di pietra piuttosto ripide. E si muove tra scivoli e salti di diversi metri, che danno origine a diverse cascate.
In altri punti, l’acqua rallenta per formare delle grandi e profonde pozze ricavate direttamente nella roccia.
Lungo il cammino del Lorda sorgono alcune centraline idroelettriche e numerosi mulini ad acqua. Questi ultimi, oggi, non sono più in funzione ma sono comunque molto suggestivi da osservare, quando emergono tra la folta vegetazione boschiva.
Il Lorda è luogo d’elezione per le escursioni dedicate all’acquatrekking. Se ne organizzano numerose, alla scoperta dei punti più segreti e selvaggi.
In alcuni tratti è possibile anche tuffarsi nelle acque limpide e fresche del torrente.
L’area naturale e, più in generale, il contesto ambientale del paese sono – inoltre – meta ideale per le escursioni a cavallo. I possibili percorsi da praticare in sella sono molteplici.
Ma anche gli amanti delle due ruote troveranno itinerari, di tutte le difficoltà, per esplorare in bicicletta il variegato habitat paesaggistico.
A tavola trionfa “La Pia”, piatto tradizionale di Pasqua
La buona cucina è un’altra delle prerogative del paese. La polenta e le salsicce di fegato locali sono rinomate. Così come lo sono le sagne con i fagioli.
Ma il simbolo gastronomico di Sant’Agapito è sicuramente “La Pia”. Si tratta di un piatto che viene consumato in occasione del Sabato Santo e della mattina di Pasqua.
La preparazione è a base di grano cotto nello strutto, a cui viene aggiunta la salsiccia tagliata a pezzi.
A cottura ultimata, il composto viene steso all’interno di una terrina, alternandolo a strati di uova sode, olive verdi e capperi.
Infine, si dispone uno strato si scamorza e prosciutto crudo e si inforna. Quando in superficie si forma una gustosa crosticina, è pronto per essere portato in tavola.
Chi preferisce la carne, invece, non deve perdere l’appuntamento con i festeggiamenti di Santa Maria Bambina. In occasione della ricorrenza, che cade nella prima decade del mese di settembre, presso la frazione di Sant’Agapito Scalo si svolge la “Sagra degli Arrosticini”.
Photo credits: Comune di Sant’Agapito e Sentiericaserta.blogspot