Bagnoli del Trigno: secoli di storia custoditi nella Morgia
Tra i borghi più suggestivi della regione c’è senz’altro Bagnoli del Trigno. Il piccolo comune in provincia di Isernia – che si è guadagnato il titolo di “Perla del Molise” – è davvero unico dal punto di vista architettonico.
E non soltanto perché sorge su un imponente costone di roccia, denominato Morgia. Ma perché l’avvicendarsi dei secoli invece di cancellare le tracce del passato ne ha semplicemente aggiunte di nuove.
Gli stili si sono sovrapposti attraverso le epoche, portando a un insieme di elementi diversi che si sposano perfettamente l’uno con l’altro.
Portali gotici ed elementi barocchi, finestre in stile veneziano e strutture medievali convivono perfettamente.
Ciò fa sì che la visita al centro storico si trasformi in un susseguirsi di sorprese, dove anche le piazzette più piccole e i vicoli più nascosti offrono scorci inattesi e vedute impagabili.
I primi elementi a catturare lo sguardo sono sicuramente il Castello Sanfelice e il campanile della Chiesa di San Silvestro.
Tuttavia anche la chiesetta rinascimentale di Santa Caterina d’Alessandria e la Chiesa Santa Maria Assunta, con la sua facciata incompiuta, hanno un particolare fascino.
E poi c’è la Morgia: domina l’intero centro abitato e svetta sul paesaggio circostante.
La sua mole divide letteralmente il paese in due parti, che nel tempo si sono sviluppate separatamente non solo dal punto di vista architettonico, ma anche da quello della cultura e delle tradizioni.
La parte alta prende il nome di “Terra di Sopra”, quella bassa di “Terra di Sotto”.
Il Castello Ducale Sanfelice
Dallo sperone calcareo più esterno di Bagnoli del Trigno si innalza il Castello Ducale Sanfelice.
Edificato in epoca longobarda, è nato con lo scopo di difendere il territorio dagli attacchi nemici.
Una funzione che ha mantenuto anche in epoca normanna e sveva, ma che poco alla volta è venuta a cadere.
Così, quando il maniero è passato sotto il Ducato dei Sanfelice, della fortezza rimaneva solamente l’aspetto. Questa caratteristica strutturale si è conservata in maniera pressoché intatta fino ai nostri giorni.
All’impianto medievale originario sono state, infatti, effettuate poche aggiunte nel periodo cinquecentesco.
Ovvero una piccola loggia dotata di portico che si affaccia sulla vallata, il portale d’accesso e le scuderie.
A partire dal ‘900, però, il castello è andato incontro a un progressivo deterioramento, che si è arrestato quando i proprietari lo hanno donato, nel 1985, alla Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
I lavori di restauro hanno fatto sì che la fortezza sia tornata ad essere visitabile, in particolari periodi dell’anno, anche al suo interno.
La struttura esterna, invece, appare ben conservata e mantiene inalterato il suo charme storico.
Naturalmente una visita è d’obbligo, anche per poter ammirare lo scenario naturale che si apre dalla montagna rocciosa.
Dai suoi 783 metri d’altitudine, lo sguardo può spaziare dalla valle del Fiume Trigno alle montagne circostanti.
La Chiesa di San Silvestro Papa
Sullo sperone opposto a quello del castello sorge la magnifica Chiesa di San Silvestro Papa. Impossibile non notarla mentre, già in viaggio, ci si avvicina a Bagnoli del Trigno.
Il suo campanile incastonato tra due lastre calcaree segna in maniera inconfondibile il profilo dell’orizzonte.
Ciò che determina la sua unicità, però, non è solo il campanile, ma il fatto che sia stata costruita ad incastro tra due blocchi di pietra. In pratica, solo le due facciate laterali sono visibili, le altre due si fondono nella roccia.
Non è possibile stabilire con precisione la data di realizzazione, ma testimonianze storiche ne indicano l’esistenza già in epoca medievale. L’aspetto attuale, in ogni caso, è dovuto ai diversi interventi di ripristino subiti in seguito a incendi e terremoti.
Gli ultimi restauri si sono resi necessari dopo il sisma del 1805 e dopo la caduta di un fulmine nel 1877.
L’esterno, piuttosto semplice con la sua pietra non intonacata, è caratterizzato da un bel portale romanico-gotico. L’interno è diviso in tre navate delimitate da pilastri quadrati.
L’altare maggiore, con gli intarsi in marmi policromi, è stato realizzato agli inizi del ‘700.
Frammenti d’antico
Un contesto così suggestivo è la cornice ideale per far rivivere ai giorni nostri i fasti di un passato dimenticato. Ed è proprio con questo intento che è nato ‘Frammenti d’antico’. Una rivisitazione storica di grande respiro, la cui cura dei dettagli e ricchezza di appuntamenti ne fanno un evento imperdibile.
Ad aprire la manifestazione – che si svolge ogni anno nel mese di agosto – è il corteo dei nobili che si snoda nel centro storico, guidato dalla duchessa, interpretata dalla Miss Molise in carica, e dal Duca, impersonato di volta in volta da un attore famoso.
Il punto forte della sfilata sono i magnifici costumi, realizzati dalla stilista Paola D’Onofrio.
Giunti in piazza Umberto I, viene rievocata l’Electio Sindaci, ovvero la nomina dei due sindaci che un tempo governavano rispettivamente la Terra di Sopra e la Terra di Sotto.
Elezione sancita dal numero di fagioli che ciascun candidato riusciva ad ottenere, validi come voti in suo favore.
La tappa successiva è nel Rione di Santa Caterina, in cui vengono riproposti i riti che il Duca avrebbe dedicato alla Santa come ringraziamento per essere sopravvissuto all’attacco dei briganti.
Nel Rione prende, poi, vita la “Festa nel Borgo”: vicoli e piazzette ospitano spettacoli e stand enogastronomici in cui è possibile gustare i patti tipici del posto.
Come lo “scarcio’, una frittella che si accompagna alla perfezione al “Macciuch”, tipico latticino fresco. Oppure le pappardelle al cinghiale e lo “scattone”.
La serata trascorre tra una lunga e piacevole serie di rappresentazioni che accompagnano i visitatori fino al gran finale dell’evento.
Si parte con la parata delle “Farfalle Luminose”: coreografia eseguita da danzatrici in abiti illuminati a led.
E si prosegue con il Gran concerto per zampogne e Ciaramelle eseguito dagli zampognari di Scapoli.
Tra gli appuntamenti più apprezzati ci sono il “Volo della Fata” dal castello, accompagnato dai fuochi pirotecnici, e lo “Ius primae noctis”, con cui il Duca reclama il diritto a trascorrere la prima notte con una giovane sposa.
Questo episodio innesca la rivolta del popolo, che culmina con la morte del Duca e l’incendio del castello.
Si tratta del momento clou della rivisitazione storica: uno spettacolo assolutamente emozionante.
Giochi di luci e fuochi d’artificio si rincorrono lungo le mura del castello ed esplodono sulla piazza in un avvincente crescendo fino alle battute finali.
Photo credits: Comune di Bagnoli del Trigno e IsNews