Rocchetta a Volturno, il borgo fantasma nel Parco nazionale

Rocchetta a Volturno, il borgo fantasma nel Parco nazionale

Il fascino di Rocchetta a Volturno si divide tra storia e natura. Da una parte monumenti e musei, dall’altra le sorgenti del fiume ed il Pnlam.

Il paese è stato fondato nel periodo compreso tra la fine dell’Impero Romano e gli inizi del Medioevo.

Le sue fortune sono state a lungo legate al potere ecclesiastico. Difatti intorno all’anno Mille il comune rientrava tra i possedimenti dell’Abbazia di San Vincenzo al Volturno.

A partire dal Settecento, però, passò sotto il demanio dell’Abbazia di Montecassino.

Durante la Seconda guerra mondiale fu interessato direttamente dagli eventi bellici, dal momento che la Linea Bernhardt passava attraverso la frazione di Castelnuovo al Volturno.

Nel 1943, mentre cercava di raggiungere Roma, a Castelnuovo perse la vita il giornalista e scrittore antifascista Giaime Pintor.

L’anno successivo, su Monte Marrone, il Corpo Italiano di Liberazione e gli Alpini sconfissero i Tedeschi in battaglia.

Ma Rocchetta a Volturno ha da offrire anche paesaggi spettacolari. Dal 1990 il suo territorio è entrato a far parte del Parco nazionale Abruzzo, Lazio e Molise.

Inoltre è all’interno dei sui confini che sgorgano le sorgenti del Volturno, e dal suo abitato si può partire alla scoperta del massiccio montuoso delle Mainarde.

Rocchetta Alta, nucleo abbandonato che conserva la sua bellezza

Il comune in provincia di Isernia è diviso in due nuclei separati. Rocchetta Alta e Rocchetta Nuova.

Il primo è stato progressivamente abbandonato per via del rischio di frane, in seguito ad alcuni cedimenti del terreno iniziati alla fine dell’800.

Già nei primi secoli del ‘900, la gran parte della popolazione si trasferì più a valle, dove ora c’è il centro abitato.

Oggi il paese vecchio è completamente disabitato, ed è un borgo fantasma molto suggestivo.

Tutto, infatti, è rimasto così come era stato lasciato. Il Municipio e la scuola, con la bottega del barbiere o quella del sarto, conservano le tracce di un passato non troppo lontano.

In alto svettano i ruderi del castello baronale, mentre sul fianco destro del paese resistono i resti delle abitazioni colpite dalla frana.

Tra il silenzio dei sui vicoli è possibile godere del bel panorama che si apre sulla vallata.

Santa Maria delle Grotte, gioiello rupestre d’epoca benedettina

Se la Cripta di Epifanio della vicina Abazia di San Vincenzo al Volturno rappresenta una testimonianza di eccezionale bellezza del periodo altomedievale, il santuario rupestre di Santa Maria delle Grotte non è da meno.

La chiesetta, che probabilmente apparteneva a un più ampio complesso monastico oggi perduto, è un vero e proprio gioiello dell’architettura benedettina.

L’esterno è caratterizzato da un magnifico portale trecentesco, con le colonne poligonali in marmo che si estendono a sorreggere una tripla cornice di archi. Qui si alternano affreschi e bassorilievi, che custodiscono una lunetta affrescata su cui ancora oggi si può osservare la figura della Vergine col Bambino.

Ma la vera straordinarietà della chiesetta la si trova al suo interno. Le mura, infatti, conservano tre cicli di inestimabili affreschi, che sono tra i più antichi presenti in Molise.

Il primo ciclo, più recente, è quello che decora il presbiterio e la cappella laterale, con le raffigurazioni della Madonna.

Meno recente il ciclo legato alla vita dei Santi, che adorna l’aula principale. Gli affreschi più antichi sono quelli legati alla vita del Cristo, che si trovano nell’aula più piccola.

Preziosa, infine, la statua lignea della madonna col bambino, meglio conosciuta come la “Madonna Magna”.

Faccia a faccia con la Storia nel Museo internazionale delle guerre mondiali

Il passato bellico di Rocchetta, più specificamente di Castelnuovo, torna a vivere nel complesso museale costruito a poca distanza da quella che fu la Linea Gustav.

Il Museo internazionale delle guerre mondiali è uno dei più importanti del settore e comprende una mole rilevante di importanti reperti militari. Materiale difficile da poter visionare altrove e certamente non nello stesso luogo.

Si pensi, ad esempio, che l’ultima sala – che ospita rare divise dell’esercito tedesco come quelle delle milizie delle SS e delle SA – richiama visitatori anche dalla Germania.

In tutto i locali espositivi sono dieci, suddivisi per temi. I saloni al pianterreno custodiscono oggetti e documenti della Prima Guerra mondiale, divise italiane degli anni ’20 e ’30 e reperti introvabili della Seconda guerra mondiale, come le divise dei reparti sanitari.

Il piano superiore, invece, è prevalentemente dedicato agli eserciti Alleati, come quello statunitense e britannico – con i corpi di India, Polonia, Nuova Zelanda e Canada – e quello francese – con i corpi di Algeria, Tunisia e Marocco.

Collegati al Museo ci sono degli hangar, in cui trovano posto alcuni mezzi di trasporto. Tra questi spiccano un velivolo americano del 1941, dei mezzi dei Carabinieri e dei pezzi di artiglieria pesante.

A passeggio nel Pnlam, tra le sorgenti e la cascata del Volturno

Lo scenario ambientale in cui Rocchetta a Volturno è immersa è davvero bellissimo. Non è un caso, difatti, che il comune sia entrato a far parte del Pnalm – Parco nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise.

Tra le mete che vanno assolutamente inserite nella lista dei luoghi da non perdere ci sono le sorgenti del Volturno.

L’acqua limpida e cristallina affiora in superficie dalle pendici di Monte Rocchetta, dando origine a una magnifica distesa azzurra e verde.

La zona pianeggiante adiacente è il luogo ideale per ritagliarsi momenti di relax a contatto con la natura. Il contesto, peraltro, invita a fermarsi ad osservare il panorama.

Nell’area delle sorgenti è possibile trovare piante ed alberi che crescono solo qui, come Ranuncolo a foglie capillari e il Salice dell’Appennino.

Con un po’ di fortuna ci si può anche imbattere in uno degli animali che popolano la zona. Ovvero la volpe, il cervo, il capriolo, lo scoiattolo e il ghiro.

Dalle sorgenti, poi, è possibile effettuare escursioni, sia singole che in gruppo, verso la vicina Cascata del Volturno che si trova a Castel San Vincenzo.

La cascata è diventata nel tempo una delle attrazioni naturalistiche più rappresentativa del Molise. E non si fatica a crederlo.

L’acqua, più che compiere un salto netto, si dirama in diverse colonne che scendono tra pilastri di roccia rivestiti di muschio.

E poi ricade in un laghetto turchese che si allarga tra la vegetazione rigogliosa. Un vero paradiso per gli occhi, che non manca di incantare chi ha il privilegio di poterla ammirare.

Photo credits: Rocchetta.info e Sentiericaserta.blogspot

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