Arte romanica tra i vicoli di Petrella Tifernina

Arte romanica tra i vicoli di Petrella Tifernina

Il Molise, così costellato di paesi che sbucano dalle colline, si nascondono tra gli alberi e mostrano solo parzialmente le loro bellezze a chi li guarda da lontano, è ricco di bellezze anche e soprattutto tra i vicoli. Stradine dal profumo molto spesso medioevale, ancora pavimentate con la pietra originale, mostrano solamente ai più curiosi le tante cose che hanno da mostrare.

Vale lo stesso anche per Petrella Tifernina che, arroccato su un costone ed affacciato sulla valle del Biferno, accoglie nel cuore del centro storico una chiesa, quella di San Giorgio Martire, tra le massime espressioni a livello nazionale dell’arte romanica.

Una storia lunga millenni

Sebbene non ci siano informazioni dettagliate sull’origine del paese, le prime testimonianze della frequentazione del luogo risalgono già alla preistoria, dato il ritrovamento di numerosi oggetti litici nel territorio circostante. In seguito potrebbe essere sorto come avamposto dei Sanniti, anche questo testimoniato dai reperti archeologici. L’antico villaggio però sorgeva presso loc. Piano della Vicenna, al di fuori dunque del colle dove sorge l’attuale paese.

Numerose dunque sono state le frequentazioni del luogo ed anche gli spostamenti. Quel che è certo che il paese come lo conosciamo oggi era esistente nel XII secolo e si chiamava Patrella.

All’interno del territorio comunale, in epoca fascista, fu realizzata una frazione del vicino paese di Castellino del Biferno, denominata “Castellino Nuovo“, al fine di dare alloggio a chi vedeva la propria abitazione minacciata da eventi franosi cui il paese era soggetto.

La chiesa di San Giorgio, capolavoro dell’arte romanica

Come anticipato in apertura, tra i vicoli di Petrella numerose sono le testimonianze del passato che si possono trovare. Tra queste il bellissimo Palazzo “Sette Medici”, con loggia ad arcate molto caratteristica e la chiesa di San Giorgio, capolavoro dell’arte romanica.

La realizzazione, iniziata nel XII secolo come riportato nella lunetta, terminò solamente cento anni dopo. Da quel momento in poi non si hanno molte altre notizie, anche a causa dell’incendio che distrusse l’archivio parrocchiale nel 1627. Quel che è certo sono le successive ristrutturazioni con sovrapposizioni di stili.

Nel 1712 arrivò l’influenza dell’arte barocca con la sopraelevazione del tetto mentre nel 1868 una nuova massiccia ristrutturazione. A questa seguì l’ultima per la ricostruzione al termine della seconda guerra mondiale. Già dal 1901, però, la chiesa aveva assunto un ruolo e ricevuto un riconoscimento importante a livello nazionale in quanto fu proclamata Monumento Nazionale.

Photo Credits: Paolo Pasquale – TurismoinMolise

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