Miranda, il paese “da ammirare”

Miranda, il paese “da ammirare”

Tra i paesi molisani più pittoreschi va sicuramente annoverato Miranda, centro della provincia di Isernia che sorge a 860 metri di altezza, sul costone del Monte Cimorre.

Non a caso il suo nome, che deriva dal verbo latino “miror”, significa “da ammirare”. L’aspetto del paese, infatti, è piuttosto scenografico.

Una parte del centro abitato si arrampica sulla montagna, mentre l’altra si estende su uno sperone roccioso a forma di ferro di cavallo, che si erge a strapiombo sulla valle. A dare il tocco finale, poi, ci sono le variopinte abitazioni strette le une alle altre a formare un colorato merletto.

Altrettanto spettacolare è la vista che si può godere da diverse aree panoramiche di Miranda. Tra queste si segnala il punto più altro del paese, denominato la ‘Prece’, in cui si trovano – tra l’altro – i resti del castello.
Dell’antico maniero, i cui resti sono stati ricostruiti attraverso interventi di restauro, sono rimaste sono le fondamenta con i granai e i locali interrati, oltre ai resti della torre.

Dal suo belvedere è possibile, però, ammirare il panorama dell’intera valle su cui si sviluppa Isernia. Bello di giorno e bellissimo di sera, con la distesa di luci colorate dei lampioni e delle abitazioni che si perde nell’orizzonte.

La chiesa di Santa Maria Assunta e il curioso caso dell’antica stele

Nel bel centro storico, caratterizzato da affascinanti vicoli e graziose piazzette, è situata la Chiesa di Santa Maria Assunta.

Ciò che rende unico l’edificio di culto è il campanile, con la sua volta a forma di bulbo, interamente rivestito di maioliche policrome.

L’impianto architettonico è di stampo settecentesco, come testimonia anche l’interessante altare laterale intarsiato, realizzato con marmi colorati di provenienza siciliana.

L’altare maggiore, invece, è sormontato da una pregevole opera di scuola napoletana, raffigurante la Madonna sorretta dagli angeli, risalente al XVIII secolo.

Nella piazza principale del paese è collocata un’antica stele risalente al I secolo dopo Cristo, a cui è legato un aneddoto particolare.

A ritrovare il monumento funerario, che presenta in bassorilievo quattro busti, fu uno studente di Miranda, appassionato di archeologia, nel 1955.

Tuttavia a causa di una leggenda popolare, non fu possibile spostarlo dal vallone in cui fu rinvenuto fino al 1968.

Secondo la credenza del luogo, difatti, capovolgere la stele avrebbe scatenato una calamità naturale “dalla forza di cento tempeste”.

Il caso volle che il giorno successivo alla scoperta della stele, su Miranda si abbatté un violento nubifragio, che convinse la popolazione a impedirne il recupero.

Solo dopo anni, grazie all’opera di persuasione del primo cittadino dell’epoca, i residenti acconsentirono a concedere alla stele una nuova sede.

La festa di Santa Lucia, la leggenda del quadro ritrovato e la tradizione della “Panonta”

A Miranda è particolarmente sentito il culto di Santa Lucia, che in paese si festeggia nell’ultima domenica di agosto.

Si narra che una pastorella, incuriosita da una luce, si addentrò in una grotta all’interno della quale trovò un quadro raffigurante la Santa. Tornata al paese, raccontò l’episodio spingendo i concittadini ad unirsi a lei per andare a recuperare l’immagine sacra.

Mentre la giovane trasportava il quadro, si fermò a pregare e riposare. Al rintocco delle campane si rimise in viaggio, scoprendo che il quadro era diventato improvvisamente leggero e facile da maneggiare. Un episodio salutato come miracoloso dalla popolazione.

Tant’è vero che nei pressi della grotta, a oltre mille metri d’altitudine, è stata successivamente realizzata una cappella. Il piccolo edificio di culto apre le porte ai fedeli per quella che è la festa religiosa più attesa dai mirandesi.
In tale occasione, sia i residenti che i turisti si ritrovano sulla montagna di Santa Lucia non solo per assistere alla Santa Messa, ma anche per partecipare ad una festosa e conviviale scampagnata.

Il piatto forte della giornata è la tradizionale “Panonta”, pietanza tipica mirandese che vale assolutamente la pena assaggiare almeno una volta.

Si tratta di una pagnotta tagliata in più strati, il primo dei quali viene farcito con una frittata, il secondo con della salsiccia fritta, il terzo con della pancetta fritta (ma quest’ingrediente è a discrezione do chi la realizza) e l’ultimo con dei peperoni fritti.

Una volta guarnita, la pagnotta va lasciata riposare avvolta in un telo per un’intera nottata, in modo che il pane si ammorbidisca ed insaporisca.

Panonda di Miranda Molise

La “Tartufata”, molto più di una semplice sagra

Chiamarla sagra è davvero riduttivo, perché laTartufata nel corso degli anni si è evoluta al punto da diventare un appuntamento gastronomico di altissimo livello.

E proprio per questo, oggi, è uno degli eventi di punta dell’estate molisana. A ridosso dell’ultimo fine settimana di luglio, migliaia di persone raggiungono il paese della provincia di Isernia per gustare il menu dedicato al tartufo nero molisano.

Merito dei piatti proposti, che di volta in volta hanno mantenuto come punti fermi l’eccellenza della materia prima e l’autenticità della tradizione. Senza rinunciare, però ad innovarli in chiave gourmet.
Ad accompagnare lo scorzone locale ci sono portate a base di uova, carne e formaggi locali, ma anche cavatelli o risotto.

È questo il segreto di un successo che dura da oltre 20 anni e che ha portato la manifestazione a crescere sempre di più. L’ultima edizione, la più lunga finora, si è articolata in ben cinque serate e ha registrato un vero e proprio boom di presenze.

Partecipare alla “Tartufata” è l’occasione giusta per vivere il paese a contatto diretto con le tradizioni del posto.

Photo credits: Pino Manocchio e Tommaso Labella

×

Ciao!

Chatta con noi su WhatsApp o inviaci una mail a
info@molisensi.com

× Possiamo aiutarti?