Campomarino, uno dei quattro comuni molisani affacciati sulla costa adriatica, possiede una caratteristica non presente negli altri: le origini arbëreshë.
Il paese, infatti, nacque grazie ad alcuni albanesi fuggiti dalla propria terra in seguito alla sconfitta subita dai turchi. Fu così che attraversarono l’Adriatico e si stabilirono in questo territorio.
Campomarino, insieme ad altri tre comuni a minoranza albanese (Montecilfone, Portocannone ed Ururi) conserva ancora gli antichi usi, costumi e l’idioma della nazione balcanica.
È caratteristico passeggiare per le vie del paese, ammirando il mare, e sentire persone parlare una lingua a noi sconosciuta. Non solo la lingua, anche alcune scritte sono riportate sia in italiano che in albanese. Un attaccamento profondo alle proprie origini.
Per un’esperienza ancora più ricca e per scoprire molto su questa cultura, è da fare a tutti i costi una passeggiata nel centro storico ammirando i murales presenti su diversi edifici. Tali opere sono state realizzate, a partire dai primi anni 2000, dall’artista Liliana Corfiati, nativa del luogo e facente parte della comunità arbëreshë.
Un’immersione completa tra usi e costumi accompagnati da magnifici disegni in un centro storico che, soprattutto nella bella stagione, regala sensazioni che solo il mare può dare.
Ad oggi sono trentacinque i murales realizzati con lo stile dei tromple d’oeil, il modo migliore per rispettare i muri antichi e per farli amalgamare alla perfezione con il contesto del centro storico. Un modo semplice ed efficace per avvicinare i turisti ad una cultura, in realtà, distante solo pochi chilometri.