Bojano, viaggio esperienziale nel cuore dell’antico Sannio

Bojano, viaggio esperienziale nel cuore dell’antico Sannio

Fare tappa a Bojano significa rivivere la grande storia di questa regione. Quella del popolo sannita prima e romano poi.

Ma anche quella del conte normanno Rodolfo de Moulins, dal quale deriva il nome Molise.

Certo è che ancora oggi questo centro ai piedi del Matese è un punto di riferimento per tutto il territorio. È una realtà tutta da vivere.

Il viaggio alla scoperta dell’antica Bovianum non può non cominciare dalla frazione Civita di Bojano.

Non solo perché dall’alto si gode di un panorama magnifico. Ma anche e soprattutto perché proprio qui i Sanniti Pentri costruirono una delle loro fortificazioni più importanti.

Oggi il visitatore può ammirare ciò che resta del castello risalente all’epoca medievale.

Quando cioè le incursioni dei Saraceni si fecero più pressanti.

La rievocazione di Civita: la storia del conte de Moulins

Durante il periodo estivo proprio a Civita è possibile partecipare alla suggestiva rievocazione storica dedicata proprio al conte di Bojano Rodolfo de Moulins.

Componente di spicco di una famiglia normanna, compagno d’armi di Roberto il Guiscardo, si stabilì in questo territorio nell’XI secolo.

La rievocazione si riferisce proprio a queste vicende. Vale davvero la pena esserci a questo evento. Si vive un’esperienza unica.

Un viaggio nel tempo di forte suggestione, grazie alla cura dettagliata dei costumi e delle scene proposte.

Ma Bojano richiama visitatori anche grazie a un’altra interessante rievocazione storica.

Alle origini di Bojano: la rappresentazione del Ver Sacrum

È quella del Ver Sacrum, la primavera sacra dei Sanniti. Una cerimonia che è alle origini di Bojano e di altri centri sanniti.

Questo rito – largamente diffuso tra i popoli italici – racconta la consacrazione di un gruppo di giovani Sabini inviati a fondare nuove città, seguendo i buoi sacri.

La scena successiva racconta il matrimonio dei Sanniti, una cerimonia che abbracciava l’intera comunità.

Altrettanto suggestiva la rappresentazione del rituale del giuramento dei giovani guerrieri che andranno a costituire l’esercito sannita.

Ma perché i Sanniti scelsero proprio Bojano? Per varie ragioni.

In primis perché sulla montagna era più facile difendersi, potendo avere sotto controlla tutta la vallata.

Le sorgenti del Biferno

E poi perché questo territorio è ricco di acqua. Proprio a Bojano nasce il Biferno, l’unico fiume che scorre per intero nel territorio molisano.

Questo corso d’acqua si forma grazie all’unione di vari torrenti provenienti dal Matese, tra l’altro noto per le piste da sci di Campitello.

Il torrente principale, il Calderari, attraversa la buona parte della città.

Le due sorgenti principali – Pietrecadute e Maiella – si trovano ai lati opposti del centro abitato.

In passato l’acqua ha alimentato mulini e altre attività artigianali, garantendo a Bojano un lungo periodo di prosperità.

Al tempo stesso ha contributo allo sviluppo della città nella parte bassa, con il conseguente declino di Civita.

Che però oggi rivive una nuova “primavera” proprio grazie al turismo esperienziale.

La cattedrale e il museo di Palazzo Colagrosso

Anche nella parte bassa ci sono comunque testimonianze storiche di assoluto rilievo.

Tra queste spicca la cattedrale di San Bartolomeo. Le sue origini sono antichissime se è vero – com’è vero – che già nel V secolo d.C. Bojano era diocesi.

Il primo significativo restauro della cattedrale risale all’XI secolo, ad opera proprio della famiglia de Moulins.

Grazie ai lavori di restauro eseguiti alla fine del XX secolo, inoltre, è stata riportata alla luce anche la cripta.

L’abside, risalente al 1073, è ben conservata. Ed è molto particolare, perché questa struttura architettonica è stata realizzata su una sorgente d’acqua.

A pochi passi dalla Cattedrale c’è Palazzo Colagrosso: realizzato nei primi anni del’900, in stile umbertino, oggi accoglie il museo civico e archeologico.

Una sezione mostra reperti risalenti al V-IV secolo a.C. rinvenuti in loco, come monete, armi e gioielli.

Mentre nell’altra sezione del museo sono conservati fossili di grande interesse storico e scientifico.

Esperienze sensoriali a tavola e nella natura

Insomma: Bojano ha tutte le carte in regola per regalare al viaggiatore esperienze significative.

Anche a tavola. Eh, sì: a Bojano si mangia bene. Si possono gustare piatti tipici e gourmet sia in centro sia nella frazione Civita, sempre più votata all’accoglienza.

A proposito: prima di ripartire si può vivere un’altra esperienza interessante nella natura circostante. Per gli appassionati di trekking ci sono diversi sentieri da percorrere.

Ma se non ci si vuole allontanare troppo, se si vuole restare in questa zona, una buona idea potrebbe essere quelle di puntare la bussola verso la montagna di Civita.

L’eremo di Sant’Egidio

Se ne può ad esempio approfittare per fare un salto all’eremo di Sant’Egidio.

Posto a oltre mille metri sul livello del mare, fu edificato tra il IX e il X secolo. Secondo alcune leggende l’eremo fu fondato dai Templari.

Per raggiungerlo si passa per la strada provinciale che conduce a Civita.

Ma gli ultimi 500 metri sono percorribili solo a piedi. L’occasione giusta per respirare a pieni polmoni l’aria buona e vivere pienamente la montagna matesina.

Il giorno migliore per visitare l’eremo? Il primo settembre, in occasione della ricorrenza di Sant’Egidio. È molto sentita dai bojanesi.

Basta poco per sentirsi protagonisti di questa festa.

La gente del posto accoglie tutti con grande calore, trasmettendo a tutti la voglia di stare insieme e condividere una giornata di puro divertimento.

Photo credits: fondoambiente.it; beniculturalionline.it

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