Trivento, cuore d’uncinetto e antiche vie
oGuarda le montuose terre abruzzesi, Trivento, tra i più popolosi e longevi paesi del Molise.
Sentinella del fiume Trigno, su un alto promontorio collinare, il borgo antico domina con la sua fisionomia l’ampia vallata del fiume.
Il paese è una tappa sicuramente da non perdere lungo il percorso della Fondo Valle del Trigno e in un tour del Molise centrale. La bellezza del centro storico e dei suoi monumenti ma, anche, la bontà delle sue specialità locali sono solo alcuni dei suoi punti di forza!
Il passato antico
Il territorio antico di Trivento era costellato di ricchi insediamenti sanniti. È da questi luoghi, secondo alcuni studiosi, che provenivano i più valorosi cavalieri dei Pentri.
Dopo la guerra sociale, divennero municipi a controllo del Sannio, insediamenti già piuttosto sviluppati urbanisticamente in età sannitica come Terventum, l’antica Trivento. Sotto la sua giurisdizione prendeva vita un territorio molto vasto che travalicava anche il moderno confine abruzzese.
Purtroppo, della città romana, non resta nulla di visibile ma numerosi sono gli elementi lapidei reimpiegati nelle murature degli edifici del centro storico. In particolare le numerose iscrizioni in latino raccontano, in parte, la storia degli abitanti della città in quel periodo.
Caduto l’Impero Romano, sotto il dominio del ducato longobardo e poi del principato di Benevento, Trivento si dotò di un apparato fortificato. Purtroppo, sulla sommità del paese sono visibili solo pochi resti identificabili nel “castello”.
Oggi, il centro storico è un dinamico via vai di stretti vicoli, incantevoli piazzette di quartiere (come quella di Largo delle Rose), fontane in bronzo e antiche case in pietra. Ognuno di questi elementi mostra la maestria degli artigiani locali.
Nell’800, si decise di realizzare la scenografica scalinata di San Nicola, collegamento tra la zona di nuova espansione, dominata da Piazza Fontana e il centro storico medievale. Quest’opera in pietra calcarea locale rappresenta, ancora oggi, la più grande e bella scalinata del Molise con 365 gradini, uno per ogni giorno dell’anno.
La cattedrale e la cripta di San Casto
La sommità del centro storico ospita, nella zona pianeggiante del paese, il piccolo ma curato belvedere Piano, un piacevole giardinetto attrezzato dal quale la vista spazia sull’incantevole paesaggio della valle del Trigno e del suo versante abruzzese.
Costeggiando il castello e la curia vescovile, lungo via Piano, la visuale si ampia sulla piazzetta che ospita la maestosa cattedrale di Trivento, dedicata ai santi Nazario, Celso e Vittore, il 15 maggio 1076, come testimonia un’iscrizione scoperta nel XIX secolo.
La bellezza e l’imponenza della Cattedrale sono riflesso diretto dell’importanza della diocesi di Trivento, tra le più antiche del Molise. Questa diocesi, attestata con sicurezza dal X sec. d.C., ha un’origine più antica, probabilmente della seconda metà del IV sec. d.C..
La Cattedrale ha subito, nel corso dei secoli, numerosi rimaneggiamenti e, oggi, la sua facciata è in stile neoclassico, realizzata nel 1905. La particolarità di questa Cattedrale è la presenza di un antico oratorio dedicato a San Casto martire, oggi tra le più belle, grandi e suggestive cripte di tutta la regione.
L’edificio fu edificato, secondo la tradizione, su un antico tempio dedicato alla Dea Diana, per via di un cippo iscritto di età romana alla base di una delle colonne.
Questo ambiente, realizzato anche con materiali di reimpiego provenienti da edifici di epoca romana e medievale, fu scoperto e “trasformato” in cripta soltanto nel 1928.
Fronteggia la Cattedrale, la Chiesa della SS. Trinità, edificata nel XVI secolo e, oggi, sede del Museo diocesano d’arte sacra dove sono conservate le testimonianze più importanti dell’arte sacra dell’antica Diocesi di Trivento.
Tra i vari reperti del museo, spicca la reliquia della “Santa Spina”, la più autorevole e importante del tesoro della Cattedrale.
Custodita a Rosello, in Abruzzo, fin dal Medioevo, questa spina apparteneva, secondo la tradizione, alla corona della Passione di Gesù e sarebbe giunta a Trivento solo nel Cinquecento.
Il paese dell’uncinetto
Negli ultimi anni, Trivento è diventato famoso per essere “il paese dell’uncinetto” grazie ad una singolare iniziativa che ha visto coinvolte centinaia di persone da tutto il mondo.
Nel 2018, Lucia Santorelli, esperta uncinettaia locale, lancia una raccolta di beneficenza abbinando un’intelligente azione di marketing territoriale.
Per mesi, ha raccolto da ogni parte del mondo centinaia di piastrelle colorate realizzate ad uncinetto e grandi 1 metro quadrato per comporre “il tappeto a uncinetto più lungo del mondo”.
Ogni piastrella è poi stata venduta per raccogliere fondi da devolvere alla Sma, l’associazione che lotta contro l’atrofia muscolare spinale in età infantile.
I numeri di questa iniziativa sono stati straordinari per una piccola comunità: 637 piastrelle, dal peso di 550 grammi, 435 persone che hanno realizzato le piastrelle, 6390 gomitoli, 11 stili diversi di lavorazione.
Candidato al Guinness World Record, il tappeto è stato esposto lungo la bellissima scalinata San Nicola e le sue foto hanno fatto il giro del mondo.
Il trend della rigenerazione urbana attraverso opere all’uncinetto, che a Trivento ha portato artisti internazionali e collaborazioni con grandi festival, attrae migliaia di visitatori ogni anno che trovano, oltre alle bellezze del centro storico, vivacizzate da bellissime opere d’arte crochet, anche una tradizione enogastronomica fortemente radicata.
Tantissime sono le specialità locali realizzate in famiglia o disponibili presso i ristoranti e i forni del paese: da non perdere i dolci di Pasqua (la pigna dolce e la pigna di mandorle), le ostie ripiene del Natale (un torrone di frutta secca e miele di forma circolare), le pallotte cac’e ova che si preparano a Carnevale (polpette di pane, uova e formaggio tradizionali anche dell’Abruzzo e di altri paesi del Molise) e i famosissimi c’pp’lieat, dei biscottini di pasta frolla ripieni di marmellata di amarene, sempre disponibili in ogni forno e bar del paese.
Photo credits: Proloco Trivento – Officina dei Giornalisti – Sergio Feola